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In autunno, non andare dai gioiellieri a vedere l’oro; vai nei parchi!
I boschi, già da qualche settimana, hanno iniziato a indossare la loro policroma livrea autunnale. L’aria si è fatta molto più fresca e, se l’umore del cielo non si guasta, non c’è momento migliore per partire alla scoperta di uno dei monumenti naturali più incantevoli di tutto il Trentino: il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino. Si trova a cavallo tra la Val di Fiemme e il Primiero e la sua altitudine varia tra i 1000 e i 3000 metri. Una prima cosa importante da sapere è che l’area del Parco è suddivisa in tre differenti zone di riserva. C’è la riserva integrale, che occupa circa il 40% della superficie e rappresenta il cuore del Parco. Qui la tutela è molto alta e le attività consentite sono la ricerca scientifica, il monitoraggio, la percorrenza dei sentieri segnalati e limitate attività di pascolo. C’è poi la riserva guidata, che occupa la metà circa del Parco ed è costituita dalle zone in cui si vuole mantenere un equilibrio fra le attività umane tradizionali (pascolo, sfalcio, selvicoltura) e l’ambiente. Infine c’è la riserva controllata, che è la porzione più piccola ed è quella in cui si punta alla riqualificazione delle opere esistenti (piste e impianti per lo sci, insediamenti residenziali e turistici) e alla conservazione delle aree residue a elevata naturalità.
All’ombra delle mitiche Pale di San Martino
Il Parco, con i suoi 20.000 ettari circa di superficie, è il regno di molti mammiferi (primo fra tutti il cervo), uccelli, anfibi, rettili e invertebrati. La vegetazione è ricca di biodiversità e la foresta di Paneveggio, che diede il via nel lontano 1967 alla costituzione del Parco, rappresenta uno degli ambienti boschivi più affascinanti di tutto l’arco alpino. Sopra i boschi e le malghe, dove potete assaporare burro e formaggi dal sapore unico, svettano le dolomitiche Pale di San Martino, con i vivaci colori che contrastano con le scure rocce del selvaggio Lagorai. Picchi straordinari come il Cimon della Pala, che al tramonto s’infiamma di rosso vivo insieme alla vicina Cima Vezzana, pareti verticali come il Sass Maor, altopiani desertici che si stendono verso il piccolo ghiacciaio della Fradusta: anche queste meraviglie fanno parte del Parco. E non è un caso se nella definizione completa del Parco c’è anche il nome delle mitiche Pale di San Martino, patrimonio dell’umanità UNESCO.
La ricerca di equilibrio tra uomo e natura
Notevole è il patrimonio di edifici rurali, in gran parte caratterizzato da tipologie costruttive tipiche del territorio: nel Parco si contano infatti oltre 330 baite e 87 edifici per l’alpeggio estivo. Sono questi i luoghi in cui l’ambiente si è costituito un solido equilibrio tra uomo e natura, tra attività legate all’alpeggio e all’esbosco, in sintonia con l’attività turistica. Il Parco propone attività sia per i residenti che per i visitatori. Tra queste, ci sono escursioni a piedi, percorsi con le ciaspole, laboratori ambientali, convegni scientifici, incontri con autori ed esperti ecc. L’Ente Parco si occupa inoltre di attività didattiche per le scuole locali e non. Al suo interno è possibile praticare molti spot e attività all’aria aperta: anche in questa stagione autunnale la rete di sentieri è il luogo ideale per escursionismo, uscite in mountain bike e gite a cavallo. Le Pale di San Martino, poi, sono una delle migliori mete al mondo per l’alpinismo e l’arrampicata, e molte pagine storiche di queste discipline sono state scritte proprio qui.