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È un bosco anche la vita, da curare, tagliare, pulire e proteggere, se no va in malora.
Il Trentino, sostanzialmente, è un grandissimo parco naturale caratterizzato da una ininterrotta e vitale foresta. I boschi occupano ben 390.463 ettari che corrispondono al 63% del territorio (di cui ¾ di proprietà pubblica). Gli alberi più diffusi sono l’abete rosso (32%), il faggio (14%), il larice (13 %) e l’abete bianco (11%).
La lentissima crescita
Siamo abituati a immaginare il bosco come un qualcosa di sostanzialmente statico, un’entità che cresce molto lentamente. C’è del vero, ma allo stesso tempo è un’idea troppo semplicistica. Prima di tutto la crescita non è poi così lenta: i boschi del Trentino crescono dello 0,1% all’anno cioè più di 300 ettari. Inoltre consideriamo che questa “crescita lenta” nasconde sotto le sue chiome dei cicli vitali straordinari e una biodiversità da capogiro. E’ una lentezza che racchiude un patrimonio di energie e per di più è capace di generare e rigenerare una materia prima preziosissima: il legname.
Il legno: una preziosa risorsa ambientale, culturale e anche economica
Se siete anche voi degli amanti del Trentino e se ci seguite regolarmente su questo blog o sulla nostra enciclopedia di cultura locale myTrentina.it, saprete sicuramente quanto è importante il bosco per la vita naturale del territorio e per la vita dei suoi abitanti. Ma c’è un altro aspetto probabilmente poco conosciuto: i boschi del Trentino, gestiti con sapiente programmazione, danno vita ad una importante filiera produttiva: quella del legno.
Il mercato del legno in Italia rappresenta un enorme potenziale poco sfruttato. Una grande risorsa che fatica a svilupparsi soprattutto a causa della concorrenza estera: i grandi produttori di legname (in particolare l’Austria, la Scandinavia e alcuni paesi dell’est Europa) sono capaci di esportare legname a prezzi molto concorrenziali. Nonostante questo però, in Trentino la filiera del legno lavora e partecipa attivamente all’economia del territorio, forte di una raffinata tradizione secolare, di una grandissima competenza professionale e, ovviamente, di un patrimonio boschivo gestito con opportuna oculatezza.
Un'industria del legno articolata: mobili, tetti, opere d’arte e molto altro ancora
Magari parlando di legno del Trentino, avrete pensato subito ai mobili tradizionali di alcuni rifugi, così come a quelli più minimalisti e moderni di alcuni centri benessere… Bene, nel caso, avete fatto centro! Ma c’è anche molto altro… L’industria del legno trentino dà vita a svariate categorie di prodotto, ad esempio tetti e case, arredi e complementi, imballaggi, legna da ardere e per produzione energetica fino a giochi, raffinati strumenti musicali e anche opere d’arte. Se Carrara è la patria del marmo, di certo il Trentino è il regno del “legno musicale” amato dai migliori liutai di tutto il mondo (ne abbiamo parlato qui).
Abeti, larici e pini: i principi dei boschi che hanno reso grande la falegnameria trentina
Questa pregevole filiera, grazie alla gestione controllata delle foreste, è caratterizzata da varie eccellenze che vi invitiamo a scoprire:
– abete rosso
– abete rosso di risonanza (qui un nostro approfondimento)
– abete bianco
– larice
– pino cembro (detto anche cirmolo, ne abbiamo parlato qui)
– pino silvestro
– pino nero
Se state per acquistare un mobile o un qualunque altro oggetto in legno, abbiamo per voi un consiglio: informatevi sul legname utilizzato e andate a cercare quella specifica tipologia di albero in un bosco; guardatelo e toccatelo nel suo habitat, studiatene il ciclo vitale e le caratteristiche. Così facendo, il vostro mobile ai vostri occhi non apparirà più come un semplice oggetto: diventerà invece un qualcosa di vivo, emozionante e magico.
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