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San Nicola porta le mele,
Sant’Ambrogio le cuoce,
la Madonna le sbuccia
e il Bambino le mangia
Ma perché mai in un blog in cui parliamo esclusivamente di mele, frutta, ortaggi e Trentino, tiriamo in ballo il famosissimo San Nicola di Bari? Oggi, ovviamente, è il 6 dicembre e si venera quello che è probabilmente il Santo più famoso al mondo, il Santo dei doni, il benefattore – realmente esistito – che tra miracoli e gesta famose ha alimentato anche il mito di Babbo Natale. Ebbene, proprio oggi, grazie a San Nicola, in largo anticipo rispetto ai tradizionali doni natalizi, in molte città italiane è usanza regalare mele ad adulti e bambini. Come potrete immaginare, crediamo fermamente che questa sia una splendida tradizione, tutta da raccontare e riscoprire!
San Nicola, comunque, non è semplicemente il Santo di Babbo Natale. Prima di tutto è il patrono di numerose città in Italia e all’estero. Inoltre è considerato il protettore dei bambini, dei marinai e dei pescatori, dei farmacisti, dei profumieri, dei bottai, delle ragazze da marito, degli scolari, degli avvocati, dei mercanti e dei commercianti. Insomma, un vero mito!
La storia di San Nicola
Nonostante la sua fama internazionale, non sappiamo moltissimo della sua biografia. Nicola era originario di Patara in Licia (oggi Turchia meridionale) e divenne vescovo di Myra tra il II e il IV secolo d.C. Le sue opere miracolose sono rinomate: salvò tre generali bizantini da una condanna ingiusta, resuscitò tre fanciulli… ma, diciamoci la verità, tutti noi lo amiamo per i suoi regali. San Nicola era un prodigo benefattore che sosteneva i poveri e i bisognosi facendo calare i doni di notte dal camino per non essere visto (già, proprio così, vi ricorda forse qualcuno?).
Non a caso, nell’anno mille, era già famosissimo in tutta Europa. Una diffusione che oggi definiremmo virale e che, secolo dopo secolo, riuscì ad attraversare anche l’oceano: dall’Olanda, dove San Nicola tra un salto linguistico e l’altro era diventato “Sinterklaas”, arrivò nel nuovo mondo, dove ispirò il mito di “Santa Claus”, presto fuso con la figura anglosassone detta “Father Christmas”. Il resto, tra bibite gassate, marketing e sogni dei bambini è, come si dice, storia…
Tre fanciulle da marito
Quasi tutte le raffigurazioni di San Nicola sono caratterizzate da tre sfere dorate, ma cosa rappresentano esattamente? A quale episodio della sua vita si riferiscono? È presto detto: il Santo venne a sapere di un padre in difficoltà che, non potendo maritare le figlie, aveva progettato per loro un triste destino. Si avvicinò quindi di notte alla casa delle sventurate e lanciò dalla finestra tre sfere d’oro che avrebbero garantito alle fanciulle un decoroso matrimonio.
Mele per i bambini poveri
Si narra inoltre che San Nicola donò tre mele a dei bambini poverissimi e affamati. Durante la notte, i frutti si trasformarono in mele d’oro, un aiuto vero per quei fanciulli e le loro famiglie indigenti. Ed ecco svelato perché il 6 dicembre, in alcune città italiane, vive ancora oggi la tradizione di regalare mele bel lucidate ai bambini.
Nella cultura popolare ricorre anche una filastrocca che ricorda le principali ricorrenza di dicembre:
San Nicola porta le mele,
Sant’Ambrogio le cuoce,
la Madonna le sbuccia
e il Bambino le mangia.
Quella di San Nicola è una storia affascinante ed edificante. Le nostre millenarie tradizioni natalizie poggiano sul ricordo di questo Santo straordinario e oggi, con le sue mele – ma un po’ anche con le nostre – siamo felici di avervene parlato.
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