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Devi alzare l’asticella. Regalati una sfida. Chiediti: come si può concretizzare l’impossibile?
I frutti della terra raccontano sempre il territorio e il modo in cui sono cresciuti e maturati. La qualità non è un concetto astratto: gli aspetti organolettici e salutistici palesano le cure e le attenzioni che le piante hanno ricevuto durante l’intero arco del ciclo colturale. Noi agricoltori del Consorzio La Trentina ci siamo dati delle regole che mettono in cima alle priorità due concetti fondamentali: la qualità e la sostenibilità. Non sono parole vuote, anzi. E non a caso queste regole si concretizzano sia in aspetti tecnici e formali ben dettagliati nei disciplinari di produzione, sia in quella che possiamo definire come la nostra “cultura aziendale”, cioè l’insieme di idee, contenuti e propositi alla base del nostro fare impresa, del nostro essere cooperativa. Ma quali sono i punti salienti del nostro fare agricoltura? Vediamoli assieme…
Prima di tutto, per l’appunto, noi siamo una cooperativa. Quello che facciamo è basato sulla cooperazione tra più di mille famiglie che, spesso da più generazioni, si prendono cura di appezzamenti che costellano le valli e le montagne del Trentino.
Secondo, noi vendiamo solo ciò che produciamo. Questo implica che i nostri prodotti sono sempre locali e stagionali. E da qui, non si sgarra di un millimetro. Sottolineiamo fortemente questo aspetto, perché ci differenzia molto da altre realtà.
Terzo, la cultura della qualità e della sostenibilità è prima di tutto un fatto agricolo, anche se magari può risultare naturale dare più importanza alla ricetta e al metodo di cottura. Le cuoche e i cuochi delle strutture ricettive del Trentino sono le nostre anime gemelle… ma con la forchetta in mano ricordatevi che ci siamo anche noi, eh!
Quarto, le tecniche agronomiche, sono importantissime. Così importanti che forse è meglio portarle al primo posto. Questo vuol dire rispettare (e amare) le nostre cultivar. Vuol dire gestire accuratamente i fabbisogni di acqua. Vuol dire destreggiarsi tra le bizze del tempo. Vuol dire aiutare le piante ad assimilare i giusti nutrienti dal terreno.
Quinto, noi, per come siamo fatti (insomma scarpe grosse e cervello fino…) tendiamo sempre, anno dopo anno, ad alzare l’asticella. Sì, esatto, alziamo l’asticella. Puntiamo a migliorarci e a migliorare la qualità e il livello di sostenibilità, alla ricerca di una crescente efficienza ecologica, ambientale, culturale e, ovviamente, di prodotto.
E, alla fine, alla fine di tutto il ciclo colturale, cosa succede? Succede che noi consegniamo agli chef del Trentino, ai cittadini e ai turisti un qualcosa che, perdonate la modestia, è semplicemente straordinario. Un qualcosa che contiene un che di miracoloso. Non ci credete? Allora facciamo una prova: tagliate in due una nostra mela Gala; scavate il torsolo e staccate i semi; prendeteli in mano, guardateli da vicino, passateli tra le dita, annusateli. Siamo sicuri che in quel momento, in quell’istante, lo sentirete quel miracolo, la sentirete quella magia che scorre anche nella quotidianità del nostro lavoro: è la pura e semplice vita che anima il Trentino, è la dignità delle sementi, è la vita dell’agricoltura!