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Si può rinascere in ogni momento se sappiamo vivere con il ritmo delle stagioni, del tempo, dell’amore, della natura.
Possono sembrare solo belle parole, eppure per noi che viviamo dei frutti della nostra terra, ogni passaggio di stagione non scandisce solo i cambi degli armadi e le fughe al mare. Il lavoro della terra ci invita ad osservare con attenzione ogni stagione, proteggerla giorno dopo giorno, vivere appieno le pause e le rincorse di tempi da lei dettati. E tra un tempo e l’altro riempiamo lo spazio di colori, albe, tramonti e attività che ricompenseranno speranze e attese.
Soprattutto il ritmo delle stagioni, anno dopo anno, scandisce le nostre vite. A dir la verità, le vite di tutti. Anche di chi non ha il tempo di accorgersene e delega a noi la custodia e la conservazione di uno spazio mitico, incantato, da ritrovare intatto anno dopo anno.
Il ritmo della natura
Ogni stagione è una nuova promessa, la scommessa di un nuovo raccolto. È incertezza, anche. Perché molto possiamo prevedere, ma non tutto possiamo programmare. Perché non tutto dipende solo ed esclusivamente da noi, dai nostri programmi, dalla nostra volontà. Impariamo a gestire l’imprevisto, a cambiare in corsa l’organizzazione delle nostre giornate. Ad addormentarci sfiniti e a svegliarci al canto di qualche sirena. La natura offre tanto, sembrerebbe tutto, ma il suo utilizzo e il suo godimento sono conquiste lente e saperi che ci tramandiamo da generazioni.
Il ritmo delle stagioni, allora, assomiglia al ritmo della natura e dell’amore anche. Cerchiamo tutti la felicità. Riusciamo a regalarci momenti felici quando siamo in grado di lasciare correre gli eventi, quando accettiamo di non programmare, quando ci esponiamo al rischio e all’imprevisto ma anche in quel rischio sappiamo riconoscere e tutelare i semi della bellezza. Quando smettiamo di avere paura e sappiamo godere esattamente di ciò che arriva. Verrebbe da dire, quando smettiamo di aspettare esattamente quello che presumiamo di voler vedere arrivare.
Il ritmo della bellezza
Perché ogni stagione ha la sua bellezza ed è una bellezza che meraviglia e che si rinnova ogni volta. Questo ci piace pensare, che ogni nuovo raccolto sia un miracolo. E così diventa stupore.
Il nostro lavoro ci ha insegnato molte cose. Tra queste:
- Ci vogliono anni prima che una pianta da frutto dia un raccolto soddisfacente e basta una gelata inaspettata per cancellare la cura di mesi
- L’attesa è una benedizione, la nascita di un nuovo frutto è un’emozione a cui non ci abituiamo mai
- Nutrirci del frutto del nostro lavoro rende ogni sapore straordinario
- Lottiamo per ottenere ciò che ci serve e di cui ci sentiamo responsabili
- Non serve poi molto per essere felici
Anche in città, è possibile portarsi a casa un poco di natura. Se ogni frutto che portate sulla tavola non lo pensate nato in un supermercato, ma lavorato da mani che lo hanno raccolto uno ad uno e hanno lottato per la sua sopravvivenza. Anche in città, è possibile tornare a casa stanchi, spegnendo le luci e alzando gli occhi al cielo per guardare le stelle e indovinare il tempo di domani. Anche in città, la sera, in inverno, è possibile raccogliersi intorno a un fuoco qualsiasi e raccontarsi ricordi e leggende. In qualsiasi momento è possibile guardare le cose che ci circondano, le nostre cose, con indulgenza, amore e con lo sguardo primitivo che fa ogni volta unico l’inizio e poi ogni volta unica la fine del mondo.
Il ritmo della speranza
Oggi ci piaceva parlare di noi, per dirvi che vi aspettiamo dalle nostre parti e che ogni volta che un nostro prodotto arriva sulla vostra tavola ci piacerebbe poteste sentire la consistenza e l’amore della terra che l’ha prodotto. E allora, sì, anche un gesto banale può assumere un significato diverso. E così per tutto ciò che accade e che accadrà. Perché la speranza è fiducia e la fiducia è amore.