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Le persone non fanno i viaggi. Sono i viaggi che fanno le persone.
Le nostre meravigliose montagne sono così da decine di migliaia di anni. E il Trentino era sicuramente incantevole anche ai tempi di Ötzi, vissuto circa 5000 anni fa. Ma quand’è successo che tutta questa bellezza ha iniziato a essere riconosciuta e apprezzata? Quando è successo, in pratica, che è nato il turismo in Trentino? In Italia l’antenato più autorevole del turismo è il Grand Tour, il lungo viaggio che i giovani aristocratici europei intraprendevano per conoscere il mondo. Il ricordo più significativo di quell’epoca è il racconto di Johann Wolfgang Goethe il quale, arrivato a Torbole il 12 settembre 1786, alla vista del lago annota sul suo diario: “Quanto vorrei che i miei amici fossero per un attimo accanto a me e potessero godere della vista che mi sta dinanzi! Stasera avrei potuto raggiungere Verona, ma mi sarei lasciato sfuggire una meraviglia della natura, uno spettacolo incantevole, il lago di Garda”.
Ma è nell’800 che il turismo muove i primi veri passi. Una tappa decisiva è la costruzione della ferrovia: nel 1859 viene inaugurato il tratto che da Bolzano scende a Verona e nel 1867 viene completato il tratto che collega Bolzano a Innsbruck, passando attraverso il Brennero. Per l’aristocrazia e l’alta borghesia dell’Impero, il Trentino diviene il paese del sole e della villeggiatura e le prime località in cui si sviluppa il turismo sono Madonna di Campiglio, San Martino di Castrozza, Levico e l’alto Garda.
L’alta società a Madonna di Campiglio
È poco dopo la metà del secolo che a seguito del passaggio di alcuni escursionisti stranieri Madonna di Campiglio inizia a farsi conoscere. Nel 1868 un certo Giambattista Righi di Strembo erige il primo albergo e intraprende a proprie spese la costruzione di una strada di collegamento tra la Val Rendena e Campiglio, in modo da renderla raggiungibile in carrozza. A fine Ottocento passano qui il loro tempo la Principessa Sissi e Francesco Giuseppe, Imperatore d’Austria, con tutto il seguito di nobili e dame di corte.
L’escursionismo nel Primiero e in Val di Fassa
Nel frattempo viaggiatori inglesi, animati da uno spirito romantico, affrontano lunghi ed avventurosi tour nelle Dolomiti inesplorate e scoprono le Pale di San Martino. San Martino di Castrozza si apre così al turismo internazionale e la Val di Fassa diventa il centro di numerose imprese alpinistiche. Nascono i primi rifugi e alberghi per dare ristoro agli alpinisti, e le iniziali case di legno vengono sostituite da costruzioni più solide. Si aprirono i primi sentieri, le prime vie alpinistiche, le prime vie ferrate. I collegamenti vengono infine agevolati dalla costruzione della Grande Strada delle Dolomiti inaugurata nel 1909.
Le vacanze termali a Levico
Sempre nell’Ottocento Levico, da borgo rurale, inizia a trasformarsi in stazione termale mitteleuropea, grazie all’interesse sviluppatosi nei confronti delle proprietà terapeutiche e curative delle sue acque. Tra gli ospiti illustri ci sono la principessa Zu Windisch Graetz (cugina di Sissi), l’Arciduca Karl Theodor della Baviera e Re Alberto del Belgio, così come il principe Borghese e Colonna, membri della famiglia Romanov, personalità del mondo della finanza come i Rothschild e industriali come Feltrinelli e Sonzogno.
La bella vita a Riva
A Riva il turismo matura come sviluppo borghese dall’attività commerciale che da sempre prospera intorno al porto, mentre ad Arco il turismo si sviluppa attorno alle case di cura. La coesistenza dello sviluppo turistico di Riva con la massiccia presenza militare asburgica sembra inconciliabile. Tuttavia, nella manciata di anni che va dagli ultimi decenni dell’Ottocento al primo decennio del Novecento, la città vive un’epoca di effervescente sviluppo, merito anche delle alte uniformi dell’ufficialità asburgica ostentate e quasi venerate. Un ospite molto famoso è il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche che di Riva fu ospite per qualche settimana fra febbraio e marzo del 1880.
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