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Sopra di te solo il cielo limpido rarefatto dei tremila metri, un blu cobalto che contiene il nero cosmico, ma quando è acceso dal sole diventa pura luce.
Oramai è una piccola tradizione consolidata! Per le festività di dicembre appena trascorse, noi contadini La Trentina, da veri amanti della nostra terra, abbiamo preparato un regalo per tutti voi cultori della trentinità: uno speciale Calendario dell’Avvento con una collezione di 24+1 cime del #Trentino sopra i 3.000 mt. Proviamo a ripercorrere insieme le tappe principali!
Gruppo del Catinaccio: con gli scarponi che fremono tra impegno e bellezza
Fin dove ci porterà questa splendida avventura? Lo scoprirete tra qualche paragrafo. Intanto iniziamo dalla prima tappa: il Catinaccio d’Antermoia a 3.002 mt. È la cima più alta del Gruppo del Catinaccio nelle Dolomiti e si trova a cavallo tra la provincia di Trento e quella di Bolzano. A quanto pare, è un toponimo intriso di romanticismo; Antermoia era una ragazza costretta a separarsi dal suo innamorato e il laghetto d’Antermoia non è altro che una conca riempita dalle lacrime della fanciulla. Sic!
Gruppo della Marmolada: roccia, neve e fatica… ma che soddisfazione!
Sul Gruppo della Marmolada siamo stati a più riprese: con la seconda tappa sulla Cima dell’Uomo a 3.010 mt e con la terza su Cima Ombretta a 3.011 mt, lungo il confine con la provincia di Belluno. Un territorio ricco di storia, segnato dalla Prima Guerra Mondiale, oltreché di straordinarie bellezze naturalistiche. Anche la sesta tappa è stata spesa su questo gruppo: stiamo parlando del Sasso Veronale a quota 3058 mt, mentre con la numero tredici siamo saliti sul Gran Vernel a 3.210 mt. Ma non finisce qui: sulla Marmolada siamo tornati ancora il giorno diciassette con la famosa Punta Penia a quota 3.343 mt.
Dolomiti di Brenta: più che un gruppo, un vero mito!
Con la quarta tappa siamo arrivati in cima alla Torre di Brenta a quota 3.014 mt. Più che una cima, un gruppo. Più che un gruppo, un vero mito! Ovviamente quando si parla di Dolomiti di Brenta, si parla di tanta roba: siamo tornati in zona anche con la sesta tappa (Cima d’Ambiéz a mt 3.102), con l’ottava (Cima Tosa, recentemente rimisurata, a 3.136 mt) e con la nona (la rinomata Cima Brenta a quota 3.150 mt).
Pale di San Martino: maestose sentinelle sulla Valle di Primiero
La settima tappa di questa fortunata arrampicata ci ha portato alla conquista della maestosa Cima dei Bureloni a quota 3.130 mt sulle Pale di San Martino. Alla più rinomata Cimon della Pala, a quota 3.184 mt, è toccata l’undicesima tappa, mentre con la dodicesima abbiamo completato il giro, conquistando la Cima della Vezzana (3.192 mt). Che dire, se non siete mai andati da queste parti, affrettatevi. Sono areali da mettere in cima alla “to do list”.
Gruppo del Sella: tra storie di coraggio e storie di alpinismo
Punto di contatto tra la provincia di Trento, di Bolzano e di Belluno, il Gruppo del Sella è un grande altopiano da cui si eleva la sua cima più alta: Piz Boè a quota 3.152 mt, protagonista della decima tappa. Bè, che dire, un vero spettacolo della natura!
Gruppo della Presanella: quando il gioco si fa duro…
Tappa quattordici: Cima d’Amola a 3.269 mt sul Gruppo della Presanella. Che soddisfazione! Ma fin dove siamo arrivati? Da qui, sotto l’occhio vigile dei vicini gruppi dell’Adamello e del Brenta, ci siamo mossi verso la quindicesima meta: Cima Busazza a quota 3.326 mt. Il giorno 20 (e quindi eravamo veramente vicini a Natale) ci siamo impegnati con la sfidante Cima Vermiglio a quota 3.465 mt. La bellissima Cima Presanella, invece, a quota 3.558 mt, è stata la protagonista della tappa ventidue.
Gruppo dell’Adamello: da ammirare, da sognare, da scalare!
Metro dopo metro, il cielo è diventato sempre più vicino. Con la sedicesima tappa abbiamo toccato quota 3.338 mt grazie al Monte Folletto, cima del Gruppo dell’Adamello. Da qui si gode di un senso di immensità straordinario e non a caso, il gruppo è in realtà chiamato dagli esperti “super-gruppo”, tale è la sua complessità orografica. Non a caso, il giorno diciotto, sempre da queste parti, abbiamo scalato il Crozzon di Làres 3.354 mt, e il giorno diciannove il Corno di Cavento a 3.402 mt. Magari a questo punto vi starete chiedendo: “e il Carè Alto?”. Ecco, sul Carè Alto a quota 3.465 mt ci siamo arrivati il 21. Insomma, non ci siamo fatti mancare proprio nulla…
Gruppo Ortles Cevedale: con le piccozze che scintillano!
Se ci avete seguito oltre i 3.500, giustamente vi sarete chiesti: “ma fino a dove sono arrivati questi temerari contadini scalatori”? La risposta è tra poche righe. Con la tappa ventitre, a due passi dal Natale, siamo saliti sul Monte Viòz del Gruppo Ortles Cevedale a quota 3.645 mt, e subito dopo sul Palon de la Mare, gigantissimo alto ben 3.704 mt. E finalmente…
Monte Cevedale: insieme in cordata per toccare il cielo con un dito
Che fatica, ma quanta bellezza! Il Gruppo Ortles Cevedale, re del Trentino e non solo, ci ha accompagnato in quest’ultimo assalto! Giusto in tempo per il Natale, siamo arrivati in cima alla vetta più alta della nostra provincia: il Monte Cevedale a quota 3.769 mt. Ora guardate in cima a questa pagina la foto di copertina: è proprio il Cevedale. Godiamoci questo panorama che è tutto bellezza, metafisica e serenità, come stimolo per immaginare un prossimo futuro più alto, più pacifico e più felice!
Che straordinarie avventure!
Eh, lo sappiamo, tutti questi nomi un po’ alla volta attecchiranno nel vostro cuore e prossimamente germoglieranno in vera voglia di montagna. Non preoccupatevi, è normale, succede sempre così! Inizi con una lettura innocente e ti ritrovi coi ramponi ai piedi… Ma se non sai da dove iniziare o se non sei mai sazio di stimoli e consigli, continua a seguirci su FB e IG. I nostri scarponi e le nostre penne (ma anche le nostre forchette!!!) non si fermano mai!
PS: se vuoi rivedere le straordinarie foto delle 25 vette che abbiamo scalato, un giorno alla volta, clicca qui!