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I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi
Il Monte Bondone è una delle più spettacolari terrazze panoramiche delle Alpi. Alto poco più di duemila metri, si trova a soli 15 km da Trento. Dalle sue cime l’occhio spazia su incredibili panorami, dalle Dolomiti di Brenta all’Adamello Presanella, alle pianure verso il Lago di Garda e la Valle dei Laghi, alle mille cime delle Dolomiti e naturalmente su Trento. Dalla località di Vaneze, a 1300 m di altitudine, gli impianti di risalita conducono a circa 20 km di piste da discesa. Poco distante dal comprensorio dello sci nordico si accede al Centro di Fondo Viote, che dà la possibilità di sciare nella magnifica conca ai piedi delle Tre Cime del Monte Bondone. Gli anelli si snodano per circa 35 km tra la ricca vegetazione alpina. Non mancano uno snow park per il carving e lo snowboard. Sono inoltre a disposizione degli appassionati due piste per il pattinaggio su ghiaccio e numerosi itinerari di sci alpinismo e sci escursionismo. L’ambiente naturale è gelosamente preservato, grazie anche alla Riserva Naturale Integrale e il Giardino Botanico Alpino, dove crescono oltre duemila specie di piante e fiori dei cinque continenti.
Il mitico slittone che aprì una nuova epoca
Fino ai primi anni del Novecento, il Bondone era solo una comunità montana appartata. Sardagna, Sopramonte, Cadine, Garniga, Cimone: erano questi i principali paesi. Poi, nel periodo tra le due guerre, gli abitanti della città iniziarono a frequentare la montagna. Prima pochi pionieri, poi gruppi sempre più numerosi. Meta di svago e luogo di villeggiatura, il Bondone attirava un numero crescente di persone, sia d’estate che d’inverno. Nel 1935 la costruzione dello slittone segnò un punto di svolta. Lo slittone era un sistema rudimentale di trasporto degli sciatori da valle verso monte. La soluzione era assolutamente innovativa per i tempi e rappresentava uno dei primi impianti di risalita di tutto l’arco alpino. Lo slittone aprì le porte a una nuova era per il Bondone, inaugurando la stagione del turismo moderno. Tra il 1936 e il 1940 fu realizzato il tratto di strada da Montevideo e Vaneze. Nel dopoguerra la pavimentazione stradale giunse fino a Vason, con l’apertura dell’ultimo tratto nel 1959. I collegamenti asfaltati per Garniga e per Lagolo furono completati nel 1968 e nel 1972.
Quando il Bondone divenne lo sci sopra la città
Lo sviluppo delle vie di accesso alla montagna andava di pari passo con una crescita costante dei visitatori. L’implementazione degli impianti di risalita e l’urbanizzazione di alcune aree di montagna, erano i segnali più tangibili della trasformazione. Sulla base di questi fattori di cambiamento, il boom del Bondone si registrò soprattutto tra gli anni cinquanta e settanta. Nel 1954 venne inaugurato un nuovo impianto sul Palon. Nel 1956 fu realizzata la seggiovia del Montesel e nel 1960 l’avveniristica telecabina che collegava Vaneze con Vason, capace di trasportare fino a 620 persone all’ora. Del 1963, infine, è l’apertura dell’impianto delle Rocce Rosse, che da malga Mezzavia saliva verso la cima. Negli stessi anni il mondo intero si accorgeva del Monte Bondone, con il passaggio dei campioni del ciclismo. In quattro occasioni il Giro d’Italia è giunto in Trentino con arrivo di tappa sul Bondone: nel 1956, nel 1978, nel 1992 e nel 2006.
Siete mai stati sul Bondone? Venite a scoprire l’Alpe di Trento in versione invernale, oppure aspettate le meravigliose fioriture di primavera. Nel mentre vi consigliamo di andarvi a rileggere il percorso Alla scoperta della torbiera della Viote.