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È nel sogno che respirano le nostre anime.
È nel sonno che scivola la grandezza dell’uomo.
Riposo, sonno, letargo, pausa, sospensione, break, parentesi. Queste parole, messe in fila, una dopo l’altra, ci fanno capire che tutto, ma proprio tutto, necessita di uno stop ogni tanto. Non stiamo parlando solo degli esseri umani, delle piante e degli animali; la sospensione è un concetto che caratterizza perfino le macchine, l’informatica e la punteggiatura! Tutto prima o poi deve andare in pausa, perché – evidentemente – le pause fanno bene. Oggi quindi parleremo del “sonno” dei meli e delle colture arboree, perché proprio dal riposo vegetativo possiamo ricavare una sorta di filosofia vegetale che ci darà qualche buona ragione per “rallentare”.
Il riposo vegetativo dei meli
Il riposo vegetativo, tipico delle piante caducifoglie, è una fase di stasi temporanea durante la quale l’organismo vegetale riduce al minimo le sue funzioni biologiche. Tipicamente invernale, a seconda delle specie può essere attivato anche in estate, con temperature molto alte. Può essere paragonato al nostro dormiveglia; la pianta è pienamente vitale, ma appisolata in attesa della temperatura ideale per la produzione delle gemme. Nei meleti, così come per tutte le caducifoglie, questa fase è ben visibile a causa della caduta delle foglie. Ma anche altre piante riposano, per quanto possano apparire completamente secche o addirittura morte. È così infatti per molte erbacee, le cui radici continuano ad operare sotto al terreno ghiacciato.
Cosa possiamo imparare
Il riposo vegetativo si attiva sempre, senza se e senza ma. Le piante, ad un certo punto, devono iniziare il loro “letargo”. Lo fanno perché ne hanno bisogno. Lo fanno perché è la cosa giusta per il loro organismo biologico e per gestire meglio le temperature invernali. Ma noi, che siamo pur sempre degli esseri viventi, siamo veramente capaci di fare altrettanto? Siamo veramente capaci di prendere le giuste pause? Stranamente la nostra forza di volontà, in determinate circostanze, inizia una vigorosa lotta con le esigenze biologiche e, tra una scusa e l’altra, il giusto riposo viene spesso messo in secondo piano. Ma forse dovremmo fare come le piante. Quando arriva l’ora del riposo, si riposa, senza se e senza ma.
Bioritmo naturale: riposare di più per essere più efficienti
La vitalità si può esprimere in molti modi. I meli durante il riposo vegetativo risparmiano energia, per poter esplodere in primavera in tutta la loro immensa grandiosità. La fioritura, spettacolo di abbacinante bellezza, è resa possibile da questo periodo di pausa. La produttività, insomma, è frutto del riposo, che ci piaccia o meno. Questo “bioritmo”, questo capolavoro di equilibrio, è un esempio di vita straordinario che non può e non deve essere messo in discussione. Né nella nostra vita quotidiana, con ritmi di lavoro assurdi che mettono a repentaglio il sonno naturale di cui abbiamo bisogno, né a livello macroscopico con il mutamento climatico generato dall’innalzamento delle temperature. Come non possiamo mettere in discussione il nostro bioritmo, a meno di non voler mettere a repentaglio la nostra salute, così non possiamo mettere a repentaglio l’equilibrio della flora; l’innalzamento delle temperature determina un riposo vegetativo meno efficiente e spesso porta ad una gemmazione prematura che può mettere a repentaglio tutta la stagione. Riposiamo di più, inquiniamo meno, preserviamo gli equilibri. C’è poco da dire, ma c’è molto da fare! Per un mondo più equilibrato, scegliere un’agricoltura #buonacomelasuaterra, locale e stagionale, è sempre una buona idea…