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Solo gli spiriti veramente grandi, come le aquile, hanno i nidi solo nelle vette deserte.
Eh sì, non è certo un’aquila comune quella che campeggia sulle bandiere e sui gonfaloni ufficiali della Provincia di Trento: si chiama aquila di San Venceslao e si distingue con i suoi artigli ben distesi, il becco fiero e un inconfondibile contorno rosso e fiammeggiante. Ma qual è il significato e la storia di questo simbolo che ai più esperti richiamerà alla memoria altre aquile araldiche in giro per l’Europa?
Dall’aquila al leone: gli animali che entrano nel mito
Ci sono animali che hanno avuto la forza, tra i mille rivoli della storia, di consolidarsi sotto forma di simboli nel nostro immaginario collettivo. Animali che con la loro bellezza e le loro caratteristiche peculiari si sono trasformati in idee, icone, segni, significati e financo leggende. Pensiamo a cos’è il toro nella cultura minoica, alla lupa per Roma, il leone per Venezia o ancora il serpente che si srotola dalla narrazione cristiana alla medicina. L’aquila risiede a buon diritto in questo pantheon di animali mitici e con il suo portamento, nobile e fiero, ci arricchisce di suggestioni, secolo dopo secolo. Sacra a Zeus, tanto da essere spesso associata al padre degli dei, ma anche riferimento per l’antica Roma e per le sue legioni (l’aquila era il simbolo dell’esercito romano e ogni legione poteva contare su un aquilifer, cioè un soldato che aveva la responsabilità di portare l’insegna, per l’appunto a forma di aquila).
Il simbolo dell’aquila: dal Sacro Romano Impero alla cultura Boema, fino alla città di Trento
Questo straordinario simbolo di vitalità e vigore, dall’antichità ha continuato ad alimentare sogni di conquiste e storie di imperi: dal Sacro Romano Impero agli Asburgo, l’aquila ha suggestionato le ambizioni di molti condottieri e regnanti, in varie fogge: bicefala o anche tricefala, con le zampe piumate o glabre, armata, coronata, d’argento, rossa, nera, con ali pendenti o meno, naturale o trasfigurate in grifone… Insomma l’aquila ha sempre stimolato gli amanti dell’araldica e il suo successo, anche in chiave fantastica, non è mai stato in discussione e mai è venuta meno la sua originalità; nonostante la grande diffusione, l’aquila ha saputo mantenere il suo fascino, immutato attraverso i secoli, al riparo da possibili banalizzazioni iconografiche. E tra un’avventura e l’altra, eccoci arrivati all’aquila fiammeggiante di Trento, chiamata aquila di San Venceslao.
La famosa aquila di San Venceslao, simbolo delle Istituzioni trentine
Per comprendere il perché dell’aquila fiammeggiante, dobbiamo tornare ai secoli XIII e XIV, cioè a quella complicata fase della storia trentina che vedeva contrapposti i poteri del principato vescovile e le ambizioni di altri potentati come quello rappresentato dai Conti del Tirolo. Il 1337 fu l’anno della nomina di Nicolò da Bruna come nuovo vescovo di Trento, religioso di origini boeme. Tra feudi contesi e diritti violati, il nuovo vescovo provò a consolidare il suo potere, anche con il supporto di amici di vecchia data, come il re Giovanni di Boemia. E fu proprio a lui che il vescovo Nicolò si rivolse per ottenere, tra le altre cose, un simbolo forte, capace di unire nell’animo truppe, vassalli e cittadinanze: l’aquila fiammeggiante emblema di San Venceslao, santo duca di Boemia, nato a Praga nel 907 e morto nel 935 a causa di intrighi familiari e di potere, innescati dalla ferrea volontà di Venceslao di cristianizzare il Paese. Nel 1339 Nicolò da Bruna ottenne quindi dal re di Boemia il diritto di utilizzare l’aquila per rappresentare il principato vescovile di Trento, per il suo esercito e per i suoi vassalli. Ma si sa, i regnanti passano, mentre i simboli spesso restano. E così fu. L’aquila di San Venceslao sopravvisse alle lunghe vicissitudini storiche e politiche del Trentino e, ancora oggi, vive come stemma ufficiale del Comune, della Provincia di Trento, e figura anche nel gonfalone della Regione Trentino Alto-Adige.
Aquile del Trentino: tra sport, montagne e premi
Vuoi l’eredità di San Venceslao, vuoi l’abbondanza di aquile locali sui monti trentini, l’effige di questo splendido e potente animale continua ancora oggi ad accompagnare la nostra vita quotidiana. Insomma, oggi è difficile pensare all’icona di un’aquila senza pensare al Trentino! Pensate che l’aquila reale è il simbolo del Parco Nazionale dello Stelvio (ne abbiamo parlato qui), così come è il simbolo della squadra Aquila Basket di Trento, del mitico SAT (Società degli Alpinisti Tridentini – fondata a Madonna di Campiglio nel 1872), del prestigioso riconoscimento Aquila ardente di San Venceslao del Comune di Trento, e di tante altre iniziative e organizzazioni.
Insomma, cari amici del Trentino, se nelle vostre gite in montagna avrete la fortuna di scorgere nei cieli questo inconfondibile rapace, dedicate un pensiero alle fogge fiammeggianti dell’aquila di San Venceslao!